La regina delle erbacce


“Vedi questa ortica che ho in mano? Tu dovrai raccoglierla, anche se ti brucerà la pelle e te la coprirà di bolle, poi dovrai pestarla con i piedi per ottenerne la fibra: con questa dovrai tessere undici tuniche e gettarle sugli undici cigni selvatici; solo così l'incantesimo verrà rotto!” Detto così, come la fata lo descrive alla povera Elisa della fiaba di Hans C. Andersen, I cigni selvatici, il tessuto di ortica sembra solo una tortura e un castigo, il cui unico scopo è la penitenza della filatrice. In realtà, il robusto filato di ortica fu lavorato per secoli, con metodi e utilizzi simili a quelli della canapa. Durante la Seconda guerra mondiale, in Germania, se ne facevano coperte per l’esercito e, molto più di recente, la moda lo ha riscoperto per il suo aspetto naturale e l’assenza di pesticidi nella sua coltivazione. L’ortica è stata sempre considerata un’erba preziosissima. È un eccellente concime verde, ancora oggi utilizzato nell’agricoltura biologica, ed è un ottimo rimedio antianemico, dato che è ricchissima di ferro. Ma, soprattutto, è una delle erbe spontanee più buone e saporite. La si raccoglie appena spuntata, in primavera o in autunno, la mattina presto, quando la rugiada la rende meno urticante. Se si sa come prenderla, si può persino fare a meno dei guanti. La si può seccare per farne tisane o per insaporire il minestrone, oppure si può surgelarla dopo averla scottata, come si fa con gli spinaci. Fresca è buonissima nel risotto e nella minestra, perfetta come ripieno dei ravioli e delle torte salate. Se ne possono fare polpette o un sorprendente pesto, sul modello di quello genovese. Ma, forse, la ricetta più tradizionale è quella degli gnocchi, verdissimi e profumati: Gnocchi di ortica Per quattro persone: - Un chilo di patate gialle, grosse e farinose - Una grossa manciata di ortiche, lessate, strizzate e tritate - Un uovo - Farina q.b. - Sale q.b. Lessare le patate, sbucciarle e passarle allo schiacciapatate. Impastarle con le ortiche, l’uovo, il sale e tanta farina quanto basta per ottenere un impasto non appiccicoso. Ricavare tanti rotolini grossi come un dito, tagliarli a tocchetti di circa un centimetro e rigarli sul retro dei rebbi della forchetta. Cospargere di farina di riso per non farli appiccicare. Cuocere in abbondante acqua salata per un minuto da quando vengono a galla. Si condiscono tradizionalmente con burro e Parmigiano grattugiato, oppure, in versione povera, con un pesto di noci e nocciole, frullate con olio d’oliva e due o tre cucchiai di acqua calda. Per saperne di più: H. C. Andersen, I cigni selvatici, Topipittori, 2011 Come filare e tessere l’ortica Oreste Mattirolo, Phytoalimurgia pedemontana. Come alimentarsi con le piante selvatiche, Blu Edizioni, 2011 Meret Bissenger, La mia cucina con le piante selvatiche, Casagrande 2011 (edizione anche in tedesco) Erbette di prati, rivi e boschi, Edizioni Del Baldo, 2012 Bianca Rosa Gremmo Zumaglini, Erbe e fiori in pentola, Graphot, 2008 Ilaria Ferrara, La tavola antica, ricette all’ortica, Pacini Fazzi, 2007 Ricette con l'ortica, dal blog Phytoalimurgia Gli gnocchi all’ortica, video ricetta Ricette moderne con le ortiche Usi e benefici dell’ortica Credits: goRillA-iNK Worldlabel



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